Il legno massello

9 settembre 2012

Recentemente abbiamo evidenziato che nel termine mobile in legno fanno parte varie tipologie. Questa volta spieghiamo cosa s’intende per legno massello. Questo termine sta ad indicare quella porzione di legno che viene estratta dalla parte più interna di un tronco, detta durame, lontana dalla corteccia e differente dalla porzione più esterna (detta invece alburno). Naturalmente però, ogni tipologia di legno massello avrà caratteristiche proprie a seconda del tipo di pianta da cui è stato tratto. Ad ogni modo la definizione di legno massello viene attribuita ad ogni oggetto in legno ricavato, come detto, dalla parte più interna del tronco.

Prima di poter essere utilizzato e lavorato, il legno necessita di un periodo di stagionatura al fine di diminuire il tasso d’umidità che lo impregna. Tale processo può avvenire in modo del tutto naturale, ponendo in altre parole le porzioni di legno all’aperto, protette da copertura. Spesso tuttavia un’ulteriore riduzione del livello d’umidità deve essere effettuata tramite procedimenti artificiali, prima di procedere con la lavorazione vera e propria del materiale.

Questo tipo di legno, è quello che tradizionalmente è lavorato con procedimenti manuali da falegnami e falegnamerie artigianali,  per la produzione d’utensili e da industrie per gli  arredamenti di legno. Esso si riconosce per le tipiche striature, o anelli, che presenta su entrambi i lati del prodotto, escludendo perciò la possibilità che si tratti d’impiallacciato. Il legno massello è un materiale del tutto naturale e in un certo senso “vivo”, e quindi è normale che nel corso del tempo esso subisca delle modificazioni, ad esempio scurendosi (soprattutto se si tratta di un legno chiaro come acero o faggio), o andando incontro a deformazioni anche consistenti.