Il legno truciolare

9 giugno 2012

Ho notato che una delle prime cose che mi domandano, durante la prima visita per l’acquisto di un arredo, o anche di un singolo complemento, è il tipo di materiale con cui è costruito e alla mia risposta, la maggior parte delle persone non ha ben chiara la differenza da un materiale e l’altro, ma si ferma solamente a quelle 2 o 3 tipologie (massiccio, truciolare, formica) senza sapere esattamente le differenze tra i materiali e l’incidenza sul costo. Sicuramente il materiale più utilizzato è il truciolare (questo è un termine improprio, che è di uso comune, impiegato per indicare il pannello di particelle di legno) composto da particelle di legno (scaglie, frammenti etc.) legate tra loro mediante incollaggio con resine sintetiche termoindurenti e pressate a caldo.

Il pannello truciolare sfrutta gli assortimenti del legno meno pregiati ed i sottoprodotti d’altre lavorazioni. Per questo motivo è un prodotto molto interessante dal punto di vista ecologico. Si possono ottenere diversi tipi di pannelli truciolati, variando le dimensioni geometriche delle particelle, la loro distribuzione, il tipo, la quantità di resina ed i parametri operativi del processo produttivo (temperatura, pressione, tempo).

Questi pannelli devono superare alcuni test, tra cui l’emissione di formaldeide (un battericida utilizzato insieme all’urea, durante la produzione) che deve essere in classe E1. Il prodotto è disponibile in una vasta gamma di pannelli decorativi già finiti sia impiallacciati, sia nobilitati con laminati plastici e con fogli di carta e metallici.

Questi rivestimenti (che approfondiremo nei prossimi articoli) consentono di aumentare le resistenze del pannello all’umidità, ai graffi, alle sollecitazioni ecc. donando contemporaneamente quell’aspetto estetico finale.